Il 1959 è stato un anno magico per la musica Jazz, sono stati registrati alcuni tra i dischi che hanno avuto più successo nella storia.
Uno di questi album è “Time Out” di Dave Brubeck. Negli anni 50 e 60 il successo di Brubeck fu tale da garantirgli la copertina della rivista “Time”, ma ancor più successo ebbe uno dei brani del disco, che poi ha vissuto di luce propria, divenendo senza dubbio uno dei brani jazz più conosciuti al mondo e utilizzato innumerevoli volte nel cinema, nella televisione, nella pubblicità. Sto parlando di “Take Five“, una composizione non di Brubeck, ma del sassofonista Paul Desmond, pensata più che altro in funzione di un assolo della batteria sul tempo inusuale di 5/4. In realtà, oltre all’assolo della batteria, rimane memorabile proprio l’assolo di sax di “Take Five”, un’improvvisazione che è stata studiata e analizzata in profondità per comprenderne la bellezza e la perfezione, proprio come una composizione estemporanea all’interno del brano.
Il titolo dell’album già fa capire che il tema della ricerca di Brubeck e dei suoi musicisti è tutta sul ritmo e sul metro. Sono presenti, infatti, altri brani dal ritmo inconsueto, come “Blue Rondo à la Turk“, in 9/8 (2+2+2+3), “Three to get ready“, con un’alternanza di due battute in 3/4 e due in 4/4 per tutto il pezzo, o “Pick up sticks“, in 6/4.
1. Blue Rondo à la Turk (Dave Brubeck)
2. Strange Meadow Lark (Brubeck)
3. Take Five (Paul Desmond)
4. Three to Get Ready (Brubeck)
5. Kathy’s Waltz (Brubeck)
6. Everybody’s Jumpin’ (Brubeck)
7. Pick Up Sticks (Brubeck)
L’album viene classificato sotto l’etichetta del cool jazz, e composizioni come “Blue Rondo à la Turk” sembrano coniugare proprio quell’interesse per la musica colta europea con il jazz americano.
Paul Desmond, alla sua morte, lasciò tutti i diritti delle sue composizioni alla “Croce Rossa Internazionale“, che tuttora riceve ogni anno una somma ingente, principalmente dovuta ai diritti di riproduzione del brano “Take Five“.