Also Sprach Zarathustra è il titolo originale in tedesco di una delle composizioni più note di Richard Strauss.
Si tratta di un poema sinfonico scritto nel 1896, una delle opere più significative della fine del secolo, un periodo in cui tante convenzioni compositive vengono messe in discussione.
E’ da queste composizioni come questa, che si ritiene appartenere ancora al genere tardo-romantico, che poi prenderanno le mosse le grandi rivoluzioni di Stravinskij, Schönberg del 1900.
Il “poema sinfonico” è una composizione ispirata ad un’opera letteraria o artistica o ad un luogo; in questo caso l’ispirazione è l’omonima opera letteraria di Friedrich Nietzsche, che espone l’idea morale profondamente antireligiosa e sconvolgente del grande filosofo tedesco.
Questa composizione ha uno degli incipit più famosi della storia della musica, anche grazie all’uso che ne ha fatto Stanley Kubrick nel suo film “2001 Odissea nello spazio“.
La scena dei primati che colpiscono le ossa di animale con la violenza che sembra presagire lo sviluppo della storia dell’umanità rimane una delle immagini più memorabili della storia del cinema.
Le note che sentiamo sono proprio quelle iniziali del “Così parlò Zarathustra” di Strauss. Qui il compositore sfrutta la progressione degli armonici naturali, ovvero le frequenze delle note che coesistono su una nota pedale di Do, che è esposta dall’organo e dai contrabbassi.
L’entrata degli altri successivi quattro armonici, suonati dalle trombe, genera l’accordo di Do maggiore.
La risposta dei timpani genera un’atmosfera particolarmente intensa e tesa.
Il brano dura circa trenta minuti ed è diviso in nove movimenti, con diversi riferimenti musicali e alcuni momenti melodicamente molto belli, come il tema del valzer suonato dagli archi nel penultimo movimento, al quale rispondono dolcemente le trombe e, poi, in un crescendo, tutti gli ottoni.
Una curiosità. Nel film di Stanley Kubrick, appena si spengono le note di “Così parlò Zarathustra” e l’inquadratura si porta dall’alba dell’umanità alla nave spaziale, partono le note, ben più leggere, del valzer di un altro Strauss, il viennese Johann, che nulla ha a che fare con Richard Strauss. Il film ha contribuito alla notorietà anche delle composizioni dell’ungherese György Ligeti.
Vale la pena dedicare un ascolto completo a questa bellissima opera musicale e, già che ci siamo, rivedersi il film di Kubrick.